Se penso alla casa che vorrei, non posso non tener conto di come sono cambiato io e la società intorno a me. Penso a quanti metri di guardaroba mi bastano, a come concepire una camera da letto piccola ma accogliente, a come organizzare una zona che si adatti al vivere, al lavorare e al ricevere pochi ospiti. Una casa piccola ha senso se è inserita in un sistema di facilità di accesso ai trasporti e di condivisione di servizi, dal farmers’ market per avere cibo fresco, ai posti dove i bambini possono giocare. In questo modo, una casa ben pensata rappresenta un’estetica del non-spreco, dove le dimensioni contenute sono compensate dalla generosità della vita comunitaria che vi avviene al di fuori. Vivendo in un periodo in cui l’offerta del mercato è di modelli abitativi ripetitivi e obsoleti, si sente sempre più il bisogno di progettare delle alternative che siano generatrici di una vita di qualità, più intensa, più vivace e meno costosa in tutti i sensi.
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Aldo Cibic insegna presso il Politecnico di Milano, lo IUAV di Venezia, la Domus Academy e la Tongji University di Shanghai. Nel 1977 diventa socio della Sottsass Associati, nel 1981 è fra i fondatori di Memphis, collettivo che segnerà un passaggio epocale del design e dell'architettura. Innovatore per vocazione, adotta da subito “la sperimentazione come prassi”. Nel ‘89 fonda lo studio Cibic & Partners, nel 1991 lancia “Standard”, la sua prima collezione autoprodotta. Nel 2010 avvia il Cibicworkshop, studio di progettazione e centro multidisciplinare di ricerca, per progetti alternativi e sostenibili, la valorizzazione del territorio e la definizione di una nuova coscienza culturale dello spazio pubblico. Ha inaugurato l’idea di un “design dei servizi” in particolare con i progetti: The Solid Side (1995), New Stories New Design (2002) o Microrealities (2004) e Rethinking Happiness (2010), presentati alla Biennale di Architettura di Venezia.
Aldo Cibic & i Dialoghi
2015
Il programma sarà disponibile a breve...
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