Siamo una specie nomade, siamo migranti inquieti e irrequieti. Le società nomadi del passato e dell’altrove non sono curiosità esotiche: ci aiutano a capire i nuovi nomadismi. Ad esempio i due tratti caratterizzanti delle società polinesiane erano “partire” e “accogliere”. Partire per trovare nuove isole, per sfuggire a cicloni e guerre o semplicemente per il gusto del viaggio. Accogliere per non morire di chiusura e di consanguineità biologica e mentale. Gli antichi nomadismi ci aiutano a capire quelli contemporanei, della generazione Intercultura ed Erasmus, e quelli di una ancora più giovane generazione di studenti e lavoratori che fanno della circolarità e del movimento il loro stile di vita. Partono, accolgono e sono accolti. Come gli antichi polinesiani dovevano praticare la frugalità portando sulle loro piroghe tutto il necessario per sopravvivere su un’isola ancora sconosciuta, così i nomadi digitali di oggi viaggiano con valigie digitali (PC, chiavette, cloud) e con pochi oggetti d’affetto. I nomadi di ieri e di oggi sono accomunati da una “fede”: l’interdipendenza che ci lega agli altri, il superamento dei confini, il prevalere dell’orizzonte sulle piccole patrie.
Adriano Favole è professore ordinario di Antropologia culturale presso il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino dove insegna Antropologia culturale, Antropologia della comunicazione e Cultura e potere. Ha fondato e dirige il Laboratorio “Arcipelago Europa”. Per l’anno accademico 2025-26 gli è stata assegnata la Cattedra di Cultura Italiana De Sanctis presso il Politecnico di Zurigo. È stato visiting professor presso le Università della Nuova Caledonia, della Polinesia francese e di La Réunion. Ha viaggiato e compiuto ricerche a Futuna (Polinesia occidentale), in Nuova Caledonia, a Vanuatu, in Australia, a La Réunion e in Guyana Francese. I suoi ambiti di ricerca principali sono l’antropologia politica, l’antropologia dell’ambiente e l’antropologia insulare. Da anni collabora con La lettura del Corriere della Sera. È autore di: Vie di fuga. Otto passi per uscire dalla propria cultura (2018), Il mondo che avrete. Virus, antropocene, rivoluzione (con M. Aime e F. Remotti, 2020) per UTET; La palma del potere (Il Segnalibro, 2000); L’Europa d’Oltremare (Raffaello Cortina, 2020); Isole nella corrente (La ricerca folklorica, Grafo, 2007); Resti di umanità. Vita sociale del corpo dopo la morte (2003), Oceania. Isole di creatività culturale (2010), La bussola dell’antropologo (2015) e La via selvatica. Storie di umani e non umani (2024) per Laterza.
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